I preamplificatori phono non sono ancora scomparsi, anzi vi è un interesse crescente soprattutto tra gli audiofili possessori di collezioni di dischi in vinile che vogliono non solo ascoltarli dal vivo, ma anche trasferirne il contenuto in moderni supporti CD o in files MP3. Tale ultima esigenza nasce a volte per preservare l'integrità del vinile, a volte per ascoltare e riascoltare con maggiore praticità i brani preferiti.
Qualunque sia la ragione, il trattamento di un disco in vinile richiede l'uso di un preamplificatore phono necessario per ricostruire fedelmente la traccia sonora in esso incisa.
Ma prima di addentrarci nei particolari di questa tecnologia, rivanghiamo insieme alcuni cenni storici, decisamente interessanti, che arricchiranno nel cuore degli audiofili la passione per l'ascolto analogico che, pur con le sue imperfezioni e i suoi compromessi, ha quel qualcosa in più di umano che lo distingue e lo caratterizza.
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Negli anni che vanno dal 1940 al 1960 si assiste ad un continuo perfezionamento sia della qualità del vinile, sia della qualità dell'incisione. Poiché in fase di registrazione la punta d'incisione... |
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